repubblica.it Gender Gap, PMI accelera sulla parità di genere

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 di Luigi dell'Olio    

 

Philip Morris Italia ha siglato un accordo con Women at Business, la prima community di incontri professionali tra donne e aziende

 

Le statistiche appena pubblicate dal World Economic Forum sono impietose. L’Italia è risultata 63esima su 146 Paesi nel Global Gender Gap Index 2022, che misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne in diversi campi: la partecipazione economica, il livello di istruzione, la salute e la partecipazione politica. È stata così confermata la posizione dello scorso anno, ben distante dal 17esimo posto della Spagna, dal 15esimo della Francia e dal decimo della Germania. Il mercato del lavoro più egualitario è quello dell’Islanda, seguita da Finlandia e Norvegia.

 

Accordo siglato


È in questa cornice che si inquadra la partnership firmata da Philip Morris Italia con Women at Business, la prima community di incontri professionali tra donne e aziende, con l’obiettivo di cambiare la cultura, fare empowerment e veicolare messaggi importanti sui temi di gender equality. Philip Morris si è già distinta su questo fronte, avendo ottenuto l’equal-salary, che attesta la parità di retribuzione a parità di mansione svolta tra uomini e donne. L’azienda inoltre ha raggiunto il 40% di presenza femminile nel management e si è fatta promotrice del Women’s Inspiration Network (Win), nato per ispirare la cultura dell’uguaglianza di genere e supportare le donne nello sviluppo della propria carriera. 

 

Le iniziative in programma


L’azione comune punta su due ambiti: comunicazione e sensibilizzazione interna. Il 14 luglio c’è stato il primo appuntamento, un dialogo a più voci sulla parità di genere moderato dalla giornalista e blogger Claudia Catali, che ha visto la partecipazione di Roberta Boccardo, sustainability manager e membro di Win, Elena di Giovanni, vicepresidente e co-fondatrice di Comin & Partners, Olga Farreras Casado, lead of Women@LinkedIn in Italy, e Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics all’Università Sapienza di Roma.

 
È previsto, poi, un progetto di comunicazione interna che consisterà in dieci mini interviste per parlare dei temi più attuali dell’empowerment al femminile: sviluppo professionale garantito in ogni fase della vita di una donna, forme di flessibilità del lavoro, percorsi Stem e nuove soft skill. Dieci storie di donne per condividere e ispirare la community interna ma anche per dimostrare che contesti aziendali virtuosi esistono e sono possibili.  Il programma prevede nuove iniziative anche per la stagione autunnale, che coinvolgeranno istituzioni, territorio e altri stakeholders esterni. 

 

Il gap italiano


“Si sente molto parlare, in Italia e non solo, nel pubblico come nel privato, di situazioni in cui la parità di genere e il riconoscimento delle donne non sono garantiti. Sono ancora troppi i casi in cui si riscontrano criticità ormai inaccettabili”, sottolinea Eleonora Santi, direttrice relazioni esterne di Philip Morris Italia. “In azienda siamo costantemente impegnati per assicurare a tutte a e tutti un ambiente di lavoro equo, inclusivo, in cui ci si senta riconosciuti per ciò che si è”.

Inoltre cita alcune delle iniziative adottate. “Ad esempio, l’innovativo accordo per lo smart working, che assicura la massima flessibilità durante la settimana lavorativa, o il Global Parental Leave, attraverso cui garantiamo un periodo minimo retribuito al 100% per entrambi i genitori, perché la nascita di un figlio è un momento importante per entrambi i genitori, che merita tempo. A tutto questo si aggiungono i programmi di supporto ai dipendenti, con benefit e servizi di consulenza o assistenza psicologica, legale e finanziaria”.

“Solo insieme alle aziende lungimiranti sarà possibile costruire un nuovo paradigma del mondo del lavoro che preveda una più equa presenza femminile”, è la convinzione di Laura Basili e Ilaria Cecchini, fondatrici di Women At Business. “È anche per questo che siamo onorate di lavorare con Pmi, un’impresa che riteniamo all'avanguardia nel supportare l’inclusione di qualità, ovvero quella capace di conciliare la valorizzazione delle competenze femminili in armonia con i progetti d'impresa. Un modello d’azione capace di mettere al centro sia valori di produttività sia la sostenibilità sociale”.

 

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