STEM e lavoro femminile, l’Italia comincia a colmare il gap: i dati e le sfide
L’Italia, pur registrando un aumento nella quota di laureate nei settori STEM, deve continuare a lavorare per garantire un’equa rappresentanza di genere in tutti i livelli dell’istruzione e del mercato del lavoro.
Pubblicato il 15 mag 2024
Laura BasiliPresidente Stem Women Congress Italia -Founder Women at Business
Luca BassettoCEO FMA hub
Milo CampagniDirettore Commerciale Orange Group
Sono stati pubblicati nel mese di marzo dalla UE i nuovi dati su professioni STEM e mondo femminile. Negli ultimi anni, è cresciuta costantemente l’attenzione sulla rappresentanza delle donne nei settori STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), comparti fondamentali per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, che hanno a lungo sofferto di un’enorme disparità di genere, con le donne notevolmente sottorappresentate.
I dati recenti: aumento delle laureate nei campi STEM
Tuttavia, ci sono segnali positivi che emergono dall’analisi dei dati più recenti riguardanti l’istruzione, in particolare in Italia. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Eurostat, il Belpaese ha registrato un significativo aumento nella percentuale di laureate nei campi STEM, con una quota del 39% rispetto al totale delle lauree. Una percentuale che posiziona l’Italia tra i paesi con le quote più elevate di laureate STEM nell’Unione Europea, insieme a Romania, Polonia e Grecia. È un segnale incoraggiante che indica che anche il nostro Paese sta finalmente iniziando a colmare il divario di genere in questi settori cruciali. Sempre secondo l’Eurostat, però, oggi solo il 31,2% dei giovani italiani tra i 25/29 anni ha una laurea rispetto agli altri Paesi europei il cui numero supera il 50%.
Secondo l’ultima analisi di McKinsey, anche se il numero delle donne laureate supera quello degli uomini, solo un laureato su tre nelle materie Stem è di sesso femminile, più precisamente il 38%. E le donne occupano solo il 22% di tutti i posti di lavoro tecnologici nelle aziende europee.
Perché è importante aumentare il numero di donne nelle STEM
Colmare il gap è importante anche perché il mercato richiede 1,3 milioni di laureati e diplomati in queste materie entro il 2027, ma si trova a fronteggiare una mancanza di 8.700 profili specializzati all’anno. Uno scenario ulteriormente aggravato dalla cosiddetta fuga dei cervelli, considerato che il saldo migratorio dei laureati nella fascia 25-34 anni per il nostro Paese appare costantemente e fortemente negativo. Un divario tra formazione e lavoro che rischia di aumentare la mancanza di competenze specifiche, sempre più necessarie, costringendo ad una risposta concreta da parte del sistema scolastico e del tessuto imprenditoriale italiano.
Limitatamente al settore STEM, infatti, in Italia più di quattro aziende su dieci hanno difficoltà a trovare candidati con formazione scientifica. Ai ritmi attuali, la quota di donne che svolgono professioni tech in Europa è destinata ad arrivare al 21% entro il 2027 con un divario aggravato poi dal gender pay gap: le donne mediamente a parità di carriera e competenze, sono pagate meno degli uomini.
Le sfide nel colmare il divario di genere nei settori STEM
Le politiche del Governo, come il recentissimo programma lanciato dal Governo Meloni per sostenere l’occupazione delle donne, certamente aiutano: ma per il mondo STEM fino ad oggi il fulcro del problema è stata la mancanza di professionalità formate e – ancora prima – la fiducia delle giovani studentesse nel potere con ogni diritto intraprendere percorsi accademici STEM. I profondi bias, anche familiari oltre che culturali e i pochissimi modelli ispirativi hanno sinora agito da tappo.
Le iniziative a sostegno dell’occupazione femminile nelle STEM
Tra le iniziative più importanti per sostenerle, si segnala l’arrivo in Italia, il 28 maggio a Milano, dello STEM Women Congress, format internazionale.
Milano si prepara ad accogliere la prima edizione che si preannuncia già straordinaria a cominciare dall’interesse riscosso tra le aziende: un’agenda ricca di interventi, momenti di confronto, opportunità concrete dal mondo delle aziende per contribuire a colmare il gender gap nelle discipline STEM, stimolare la carriera femminile nel campo della scienza e della tecnologica e annullare i pregiudizi che ancora gravitano attorno a questi settori. A credere nell’evento, il W7 delle donne del G7 e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che lo hanno patrocinato, insieme al partner tecnico ATM e alle tante aziende che supporteranno il congresso, a partire dal main sponsor Engineering.
L’importanza dei role model nel promuovere le carriere STEM tra le donne
È evidente che un fattore chiave di questo cambiamento positivo debba essere attribuito agli sforzi congiunti di istituzioni, organizzazioni governative e attori della società civile per promuovere l’accesso delle ragazze e delle donne all’istruzione e alle carriere STEM. Programmi educativi mirati, mentorship, e role model – come è stato per Samanta Cristoforetti che ha generato, con il suo esempio, un picco di iscrizioni ad astrofisica da parte di giovani studentesse – potrebbero contribuire in modo incisivo a questo cambiamento di tendenza.
Prospettive future: verso un’equa rappresentanza di genere nei settori scientifici e tecnologici
Tuttavia, nonostante questi progressi, rimangono grandi sfide da affrontare. L’Italia, pur registrando un aumento nella quota di laureate nei settori STEM, deve continuare a lavorare per garantire un’equa rappresentanza di genere in tutti i livelli dell’istruzione e del mercato del lavoro. È fondamentale adottare politiche e strategie che sostengano attivamente le ragazze e le donne interessate a perseguire carriere, eliminando eventuali ostacoli e discriminazioni di genere che sono dure da cancellare. Ma è indubbio che questi sviluppi offrano speranza e ispirazione per un futuro in cui finalmente anche le donne italiane possano contribuire pienamente e in modo equo all’innovazione e alla crescita nei settori scientifici e tecnologici.