Fisiche, genetiste, astronome: le scienziate “modelli di ruolo” per le ragazze

Fisiche, genetiste, astronome: le scienziate “modelli di ruolo” per le ragazze

Fisiche, genetiste, astronome: le scienziate “modelli di ruolo” per le ragazze

Si chiama "effetto Matilda", la tendenza che porta alla negazione del contributo delle donne nella scienza. La storia è costellata di esempi di questo fenonomeno. Ma le ragazze di oggi possono contare anche su tante ed emblematiche figure Stem di successo. Donne che ce l'hanno fatta, a cui ispirarsi in ogni fase della propria carriera. Evitando sempre i... "pavimenti appiccicosi"
di Erika Riggi

«La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato». Vale la pena ripercela, questa frase di Rita Levi Montalcini, anche in questa Giornata delle donne e ragazze nella Scienza 2025. Un’epoca, la nostra, in cui solo il 35% dei laureati in STEM sono donne (GEM 2024). In cui, ricorda l’Unesco, il 72% degli scienziati è uomo (64% in Italia). Ancora, in cui possiamo contare soltanto 18 studiose Premio Nobel in materie scientifiche, su 550 uomini (il 2024 non ne ha contata nessuna). Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015, la Giornata delle donne e ragazze nella Scienza 2025 è allora un’occasione per mettere a fuoco l’epigenetica, e cioè che cosa ancora rallenti, quando non azzoppa, le donne che vogliono intraprendere una carriera scientifica nelle cosiddette materie Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Le donne nella scienza, nonostante “tubi che perdono” e “pavimenti appiccicosi”
È quello che fa il libro La scienza al femminile. Storie e testimonianze (Franco Angeli). Una raccolta di brevi saggi – a cura di Maria Pia Abbracchio e Giacomo Lorenzini – che esplorano alcuni meccanismi assorbiti nella nostra società che sono alla base di questa disparità di accesso.

Per esempio, gli “schemi di genere” (di cui parla Silvia Cervia nel libro), che attribuiscono a uomini e donne sfere di competenza, attitudini e abilità cognitive differenziate e complementari. O fenomeni che prendono il nome di leaky pipeline – “tubo che perde” – o sticky floor  – “pavimento appiccicoso”. Descrivono le donne perse per strada, man mano che si avanza attraverso i vari stadi educativi e di carriera, per la necessità di bilanciare le responsabilità familiari con carriere scientifiche impegnative.

Quello che però, soprattutto, fa questo libro è calcare la mano sull’importanza dei cosiddetti “modelli di ruolo” da offrire alle giovani donne. Modelli femminili che sappiano contrapporsi a quelli maschili. Maschili perché esercitati da uomini, ma maschili anche perché associati a caratteristiche simbolicamente legate alla sfera maschile. E cioè competitività, autosufficienza, aggressività.

Donne nella scienza, le scienziate modelli di ruolo per le ragazze
La prova che si può essere scienziati diversi, non solo donne ma anche collaborativi, resilienti, solidali è nelle loro storie.

 Stem Women Congress, il futuro delle donne è anche nella scienza
 
Come quella di Rachel Carson, considerata la fondatrice del moderno movimento ambientalista, subì molti attacchi personali e sessisti. Si arrivò a dire – paradossalmente – che non avendo esperienza materna, fosse inadeguata a esprimersi su questioni di interesse pubblico (in realtà aveva cresciuto il figlio di una nipote, deceduta prematuramente). Di lei, donna «radicale, isterica e sleale», inguaribilmente romantica, «single e senza figli», si disse che non avesse la razionalità necessaria per affrontare seriamente argomenti scientifici.

Quando lui si prende il merito della scoperta di lei: l’effetto Matilda
La storia delle donne nella scienza è costellata anche di brutte figure (maschili) e mancati riconoscimenti. Si chiama “effetto Matilda” la tendenza che porta alla negazione del contributo delle donne nella scienza. Il nome viene da Matilda Joslyn Gage che nel 1870 pubblicò il saggio Woman As Inventor in cui raccontava di tante scoperte rimaste nell’anonimato, sistematicamente attribuite a colleghi uomini.

Un destino che accomuna Lise Meitner (a lei si deve il processo di fissione nucleare), Vera Rubin (studiosa della rotazione delle galassie), Rosalind Franklin (chimica e fisica britannica che impiegò i raggi X per ottenere l’immagine a elica del DNA). Ma anche Eunice Newton Foote, la scienziata che ci svelò l’effetto serra. E Nettie Stevens, che scoprì i cromosomi sessuali (scoperta per la quale vinse il Nobel il biologo Thomas Hunt Morgan, quello che doveva essere il suo mentore).C’è poi la schiera delle scienziate il cui contributo è stato riscostruito dalle lettere che scambiavano con i mariti, padri, o i figli scienziati. Esempio eclatante, Milena Marić, compagna di studi e moglie di Albert Einstein. E Gina Lombroso, figlia del ben più famoso criminologo Cesare Lombroso, che fin da bambina, attratta dall’attività scientifica del padre, lo aiutò a catalogare i suoi casi.

La Giornata delle donne nella Scienza 2025, iniziative ed eventi
Lo scenario è cambiato ma non abbastanza e le iniziative che al giorno d’oggi provano a cambiare il contesto devono partire da quello che è successo nei secoli precedenti. Per farne tesoro, affinché l’impegno femminile venga nel futuro sostenuto, valutato e promosso al pari di quello maschile.

Share this Post: