Vanityfair.it: Women at Business, la community per le donne che tornano al lavoro
Vanityfair.it: Women at Business, la community per le donne che tornano al lavoro
È nata una community che vuole offrire una seconda opportunità a quelle donne che - dotate di una formazione qualificata e dopo anni di esperienze professionali a tutti i livelli - si sono dovute assentare dal mondo del lavoro per un periodo più o meno lungo e ora vogliono nuovamente mettersi in gioco
Women at Business è la prima community di donne ed aziende che vogliono condividere competenze, opportunità e servizi. Nata durante il primo lockdown di marzo questa community persegue l’obbiettivo di ripartire dalle donne, renderle visibili. L’idea delle founder Laura Basili e Ilaria Cecchini, ex manager in importanti aziende italiane e straniere, è quella di offrire una seconda opportunità a quelle donne che – dotate di una formazione qualificata e dopo anni di esperienze professionali a tutti i livelli – si sono dovute assentare dal mondo del lavoro per un periodo più o meno lungo e ora vogliono nuovamente mettersi in gioco.
L’attualità ci insegna che, in questa situazione, le donne stanno scontando il prezzo più alto: la pandemia, il problema dei figli, la necessità di dedicarsi alla famiglia a tempo pieno, l’alto tasso di licenziamenti sono tutti dati accertati. Tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo di quest’anno sono stati persi 470.000 posti nell’occupazione femminile: su 100 impieghi persi in un anno, quelli delle donne sono il 55,9% del totale secondo il dossier «Ripartire dalla risorsa donna» della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro.
Insomma, Women at Business vuole fare la sua parte: rimettere in circolo professionalità inutilizzate, individuare partner ideali per collaborazioni flessibili, far sì che tante competenze di valore concorrano al successo di progetti aziendali specifici. E sono le due fondatrici a farci chiarezza sul funzionamento di questo nuovo network.
Stante che si capisce bene perché una donna che è senza lavoro abbia interesse a entrare nella community, perché un’azienda dovrebbe cercare in «Women at business»? «Perché alle aziende che entrano nella community offriamo l’accesso al data base delle competenze delle donne in maniera efficace ed efficiente. Pubblicando un progetto l’azienda si troverà, grazie all’innovazione dell’algoritmo di matching, le combinazioni migliori tra le competenze delle donne e le competenze richieste dal proprio progetto. L’azienda è qui sicura di trovare donne con un particolare mindset: adattabilità, desiderio di rientrare nel mondo del lavoro. In più, attraverso la nostra community partecipa a un grande progetto di innovazione e sostenibilità sociale delle competenze femminili». |
Esistono leggi che supportano il reinserimento delle donne nel mondo del lavoro?
«Ad oggi no. Siamo, per ovvie ragioni, particolarmente attente alle eventuali normative che possano toccare uno dei temi di attualità del momento visto che sicuramente le donne stanno scontando il prezzo più alto. La ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, lo ha capito istituendo la task force tutta al femminile “Donne per un nuovo Rinascimento” composta da dodici nomi prestigiosi tra imprenditrici, scienziate ed economiste».
La community oltre a creare il match segue anche il percorso successivo? Rimane in qualche modo legata?
«Women at Business si occupa di cercare i progetti delle aziende e attraverso l’algoritmo di matching ha l’obiettivo di abbinarli alle competenze delle donne. Il rapporto che si instaurerà tra la donna e l’azienda non è oggetto dell’algoritmo. All’interno della community, oltre alla condivisione delle competenze, c’è la possibilità di creare rete
trasversale offrendo le proprie professionalità e servizi a valore aggiunto. Il tutto grazie alla vetrina ProClub. Le donne che hanno trovato un progetto possono rimanere all’interno della community per cercarne uno successivo».
Come la community seleziona le persone che ne entrano a far parte?
«La community è aperta a tutte le donne maggiorenni, in cerca di nuove opportunità. L’iscrizione è gratuita. Non esiste nessuna selezione che impedisca alle donne di iscriversi. Le aziende entrano supportando economicamente il progetto in base alle proprie caratteristiche ed esigenze.
Qual è il target più indicato? Professioniste? Neolaureate? Persone over 50?
«Il nostro data base è molto ricco ed eterogeneo di competenze, professionalità in tanti campi differenti. Sebbene inizialmente fossimo rivolte ad un target di donne attorno a 40 anni di età, in realtà il data base è popolato da donne tra i 30 e i 55 anni, il 50% parlano più di due lingue. 60% ha più di 10 anni di esperienza. 50% laureate. Ad oggi vantiamo un data base di 2500 donne profilate».